
Questo libro è per chi ha un animale che si porta dentro, per chi non si sente mai all’altezza della situazione, per chi cerca nel passato risposte che non è pronto a ricevere.
È il libro per voi se…
- State affrontando un momento difficile della vostra vita;
- Ci sono nodi irrisolti nel vostro passato che non siete mai riusciti ad affrontare;
- Amate i romanzi che mescolano i risvolti sociali con il thriller.
Lasciate perdere se…
- Non amate gli elementi onirici e inspiegabili all’interno delle trame;
- Le partenze lente vi scoraggiano nella lettura di un testo;
- Vi piacciono i finali netti che non lasciano spazio alle interpretazioni.
TRAMA
Un tranquillo viaggio in famiglia a Lanzarote che si trasforma in un incubo: con una parabola vertiginosa, L’anno nuovo racconta la storia di un uomo in crisi d’identità e di due bambini che nel bel mezzo di una vacanza paradisiaca si ritrovano all’inferno.
«Il thriller e l’analisi sociale sono interconnessi in maniera tanto efficace da rendere “L’anno nuovo” forse il miglior libro di Juli Zeh» – Süddeutsche Zeitung
«Con una penna leggera, Juli Zeh combina un’intelligente riflessione sul ruolo dell’uomo moderno al cupo racconto di un trauma infantile che si trasforma in un thriller psicologico» – Der Tagesspiegel
Henning ha una quarantina d’anni ed è sposato con Theresa, con la quale ha due figli. La famiglia sta trascorrendo le vacanze di Natale sull’isola di Lanzarote, dove il vento impetuoso spazza via tutti i pensieri e il sole accecante allontana lo stress quotidiano. Henning si ripete di essere un uomo fortunato: vive in un bell’appartamento di Gottinga, lavora per una casa editrice, ha una famiglia felice. Nonostante ciò, da alcuni mesi soffre di attacchi di panico. Non è sereno, non riesce a dormire, litiga in continuazione con la moglie, che lo esorta a comportarsi «come un uomo, un uomo che io possa amare». Il mattino del primo giorno dell’anno, durante un’escursione in bicicletta verso uno dei punti più alti dell’isola, quel malessere torna a fargli visita. A soccorrerlo è Lisa, un’artista tedesca che lo invita a casa sua offrendogli acqua e cibo. Dettaglio dopo dettaglio, la casa della donna gli appare sempre più familiare, una strana sensazione di déjà-vu comincia a farsi strada nella sua mente e, quando Lisa gli mostra un pozzo nel giardino, quella che sembrava una strana suggestione si trasforma in certezza: in quella casa c’è già stato, tanto tempo fa. E poco alla volta tornano a galla i ricordi di un’esperienza terrificante vissuta fra quelle mura, un’esperienza che lo ha segnato per sempre. Un tranquillo viaggio in famiglia a Lanzarote che si trasforma in un incubo: con una parabola vertiginosa, L’anno nuovo racconta la storia di un uomo in crisi d’identità e di due bambini che nel bel mezzo di una vacanza paradisiaca si ritrovano all’inferno. L’ultimo romanzo di Juli Zeh, all’uscita subito al primo posto nelle classifiche tedesche, conferma lo straordinario talento dell’autrice.

QUELLO CHE DI VOSTRO POTETE TROVARE QUI DENTRO
Henning pedala. Pedala in salita sull’isola di Lanzarote. Theresa non voleva trascorrere le vacanze di Natale all’estero con i bambini ma Henning è stato rapito da quei paesaggi che scrutava sulle pagine internet riservate alle prenotazioni soggiorni alle Canarie.
Non è un tipo da colpi di testa, ma quasi preso da un raptus prenota una “casa fettina”, con un piccolo giardino.
Il romanzo cominicia il primo gennaio, giorno tradizionalmente denso di buoni propositi. Henning è un buon padre per i suoi due bambini Jonas e Bibi. Lui e Theresa sono una coppia moderna, hanno deciso di seguire da vicino la crescita dei figli e di dividersi egualmente i compiti. I bambini sono molto vivaci e impegnativi ma anche fonte di grande gioia.
In realtà lui fa di più in casa perché l’editore per il quale lavora paga meno dello studio fiscale nel quale è socia la moglie. Da qualche mese, nonostante si ritenga una persona felice e soddisfatta un senso d’inquietudine lo pervade. Non capisce cosa sia, ha un lavoro che lo soddisfa e che può fare anche in smart working per seguire le esigenze dei bambini, una moglie che ama, non hanno problemi economici. Comincia così ad avere tachicardia, tremori, respiro affannato. Quello che lui chiama la COSA in realtà sono attacchi di panico. All’inizio cerca aiuto nella compagna per poi tacere e gestire in solitudine la COSA che comincia a colpirlo anche di giorno. La sua famiglia d’origine, composta dalla sorella Luna, sempre bisognosa del fratello e dalla madre è per lui fonte di un latente dolore. La madre ha dovuto crescere i bambini da sola e ha sempre fatto pesare come la loro presenza fosse un impedimento per la sua vita e come si dovesse sempre spaccare la schiena per soddisfare i loro bisogni. Henning cresce così sentendosi sempre fuori posto, dovendo sempre giustificare la propria presenza e cercando di non essere mai un peso per qualcun altro.
Tutte queste riflessioni lo accompagnano durante la salita in bicicletta. Il nostro protagonista arranca, non è equipaggiato bene, ha una bici troppo pesante e non ha portato acqua e cibo con sé. La cosa più logica sarebbe tornare indietro ma lui persiste, non capiamo come mai, ma deve raggiungere la cima della montagna. Quando finalmente arriva il suo fisico ha un crollo e trova ristoro in una villetta che si affaccia sulla valle dove Lisa, artista tedesca trasferita sull’isola, lo accoglie e lo rifocilla. Ma quell’ambiente è troppo famigliare, appartiene a un passato che aveva dimenticato e che si ripresenta in tutta la sua brutale vividezza proprio mentre la padrona di casa gli mostra il suo studio. I ricordi affiorano come una diga che si rompe e Henning si trova a ricordare un momento terribile della sua infanzia.
L’autrice è magistrale nel mostrarci come le nostre inquietudini presenti siano sempre derivate da quello che ci è accaduto e non abbiamo, per un motivo o per un altro affrontato nella giusta maniera. Passato e presente si legano e anche se non trovano una soluzione immediata, nessun grande problema può essere risolto con la sola consapevolezza senza un duro lavoro su noi stessi, ci fanno vedere la realtà sotto una nuova luce e da una diversa prospettiva. July Zeh ha una scrittura meravigliosa, svela parti di trama come se stesse sfogliando un fiore e quando arriviamo al cuore prende un ritmo che non ci permette di abbandonare il libro fino a che non leggiamo la parola FINE.
QUELLO CHE DI MIO HO TROVATO QUI DENTRO
Mi sono ritrovata tantissimo nella figura di Henning e sono contenta di aver visto il concetto dell’attacco di panico affrontato da un punto di vista maschile. Potrebbe essere molto utile far leggere questo libro anche a chi non ha mai sperimentato l’ansia patologica, che non è quella che ci coglie quando dobbiamo fare un esame o parlare in pubblico ma quella che ci colpisce quando tutto sembra andare bene. Mi sono ritrovata molto anche nella parte nella quale lui rimane deluso da non aver nessun problema fisico. Sembra un controsenso ma è esattamente così: se non hai niente vuol dire che hai un problema che non si può curare in maniera tradizionale. Credi di essere diventato pazzo o di essere sulla buona strada e questo ti scatena ancora di più l’ansia. L’unica cosa che vorresti è essere normale, essere come tutti gli altri. Ci vogliono anni per accettare e convivere con un mostro che si mangia buona parte della tua vita e ti innesca meccanismi mentali per i quali non sei mai totalmente tranquillo o a tuo agio.
Mi è piaciuta tantissimo la scrittura di July Zeh e la seconda parte nella quale diventa quasi un thriller l’ho adorata. Super promosso!!